martedì 7 febbraio 2012

Newsletter 7.2.2012

Care pazienti,
è Inverno e volevo esporvi alcune considerazioni epidemiologiche, diagnostiche e terapeutiche sulle malattie da raffreddamento che interessano le alte vie respiratorie: naso, gola, trachea.

In inverno il rivestimento delle alte vie aeree soffre dell’abbassamento della temperatura e riduce la sua circolazione sanguinea con minor ricchezza di globuli bianchi e minor produzione di muco. Questo facilita la vita a molti virus che ne approfittano per attaccarsi alla mucosa e sviluppare il loro effetto dannoso. Le mucose irritate portano a tosse e starnuti, che facilitano la diffusione di questo virus ad altre persone. Quando compaiono questi sintomi i pazienti si allarmano, soprattutto se c’è febbre, e chiedono consiglio al medico, o peggio al farmacista che non ha nessuna competenza clinica, per riguadagnare al più presto il loro benessere. Questi malesseri sono noiosi, lo sappiamo, ma questo non giustifica provvedimenti incongrui o preoccupazioni sproporzionate anche quando si sviluppano durante la gravidanza.

Quindi calma e sangue freddo e leggete qui che cosa dovete fare.

1. La febbre è benefica anche in gravidanza. Le persone ritengono la febbre un sintomo della malattia, mentre è un meccanismo di difesa dell’organismo, perché al di sopra dei 37,5°C i virus non riescono a replicarsi. Per convincervi di questo vi dò due evidenze: una umana e l’altra animale. E’ esperienza comune che quando l’influenza o una tracheobronchite porta la temperatura a 39°- 40° (un bel febbrone salutare!), il malessere scompare in uno o due giorni grazie alla febbre elevata che ha eliminato il virus. Quando invece l’influenza porta solo ad una febbriciattola insignificante i sintomi si protraggono per giorni e giorni. Veniamo ora alla evidenza animale: come sapete le salamandre sono animali a sangue freddo, se vengono infettate con un virus in modo sperimentale, quelle poste in un terrario riscaldato, dove possono esporsi al calore, sopravvivono, le altre no. Quindi benvenuta la febbre, che non deve essere abbassata con gli antipiretici come paracetamolo, aspirina, ibuprofene ecc, ma lasciata indisturbata, come guida diagnostica (quella da infezioni influenzali non persiste per più di 72 ore) e come spettacolare meccanismo di difesa dell’organismo. Le sudorazioni profuse causate da questi farmaci indeboliscono l’organismo, fanno perdere preziosi sali minerali e portano a raffreddamenti violenti poco giovevoli all’organismo, già alle prese con le infezioni virali. Quindi questi farmaci vanno presi solo se l’entità dei sintomi (mal di testa, dolore osseo e articolare, senso di battitura di tutta la muscolatura) sono intollerabili. Questi sintomi dipendono dalla produzione di anticorpi da parte dell’organismo. La formazione di piccoli aggregati tra anticorpi e virus precipita nella rete capillare, muscolare, articolare, quindi tanto più dolore, tanto più rapida è la guarigione. Comunque a tutto c’è un limite e quindi può essere necessario un piccolo sollievo con un antinfiammatorio. L’incoraggiamento è a tollerare con pazienza gli effetti collaterali della meravigliosa capacità dell’organismo di reagire con determinazione vincente a queste infezioni

2. Norme generali di vita durante questi malanni.
Le persone sane che hanno in corso queste infezioni virali non hanno bisogno di interrompere la vita abituale, a meno che i sintomi non siano invalidanti. Non è necessario né il riposo a letto, né chiudersi in casa e si possono continuare tutte le proprie attività sociali e professionali. Se la vita prosegue solo leggermente disturbata, questi due o tre giorni di malessere passano più velocemente. Tapparsi in casa a rompersi le scatole, a controllarsi la temperatura ogni due ore, fa sembrare interminabili questo breve periodo di malessere.

3. Tutti, specialmente le mie adorate… gallinelle, sono a conoscenza del detto popolare: “Gallina vecchia fa buon brodo”. Il brodo di gallina ha delle specifiche virtù protettive contro le infezioni delle alte vie respiratorie, perché facilita il reclutamento di cellule immunocompetenti nelle mucose infiammate e permette un valido vallo di difesa con un costo limitatissimo e senza effetti collaterali. Questa affermazione ha una base scientifica (Ref.: Barbara O Rennard, Ronald F. Ertl et al. Chicken Soup Inhibits Neutrophil Chemotaxis In Vitro. Chest 2000; 118: 1150-1157.) e quindi non è solo una passione del vostro affezionato Dottore che ha madre e nonna mantovane e una famiglia paterna di origine romagnola.

4. Alcune note gastronomiche per le persone contemporanee che non vengono, come il sottoscritto, dalla campagna. Le galline ruspanti sono praticamente introvabili perché troppo care da allevare. Dovete sapere che una gallina da cortile deve consumare un kilo di alimenti per guadagnare 100 gr di peso. Quindi è facile capire che per una gallina di 2.5 kg sono necessari 25 kg di frumento, oltre ai costi di allevamento. Se considerate il costo abituale del pollame, vi rendete conto che quello in vendita può essere alimentato solo con mangimi di bassa qualità. Questo è rilevante perché, quando si lessa la gallina, il grasso sottocutaneo libera i poco rassicuranti aromi che derivano dai mangimi con cui sono state nutrite con orribili risultati gustativi. Quindi rimboccatevi le maniche e cercate delle galline bio, sempre che nel nostro paese a questa definizione corrisponda, anche se ne dubito, un significato biologico, In alternativa cercatevi un contadino ancora innamorato del suo lavoro e fatevelo amico. Comprate una buona gallina, anche se vi sembra un gioiello di Bulgari e dividetela, per economia, in quattro quarti: uno lo usate subito e gli altri li congelate così da essere attrezzati a controbattere il primo virus che osa darvi disturbo.

Quando si vuole produrre un brodo, la carne deve essere immersa nell’acqua fredda e poi portata a sobbollire per circa un’ora e mezza. Per un sapore più gradevole l’aggiunta di un porro o mezza cipolla eventualmente steccata con chiodi di garofano, una carota, una costa di sedano e due o tre grani di pepe bianco possono completare l’opera insieme ad un po’ di sale che aiuta l’estrazione dei principi nutritivi della carne della gallina. La gallina va lessata con la sua pelle e questo solubilizza il grasso sottocutaneo, che si presenta con ampie occhiature di dimensioni differenti sulla superficie del brodo. E’ molto nutritivo e altamente digeribile, ma ad alcune persone risulta poco gradito. Basta mettere la pentola sul terrazzo e d’inverno il grasso si rapprende rapidamente, basta poi romperlo con un cucchiaio e le persone raffinate possono metterlo in un sacchettino per il prossimo soffritto per il risotto. Il brodo di gallina è in genere abbastanza trasparente di per sé, purché durante la lessatura si sia avuta l’accortezza di rimuovere con schiumarole le proteine coagulate che affiorano. Per chi lo desidera perfettamente liquido basta aggiungere una chiara d’uovo e poi schiumarlo, il brodo diventerà lucente e cristallino. Due mezze tazze di brodo caldo al giorno nei tre giorni di passione daranno un sollievo immediato con risultati enormemente superiori a quello di qualsiasi altro farmaco così detto antinfluenzale. Per chi trova il sapore del brodo eccessivamente rustico l’aggiunta di un cucchiaio di Sherry o di altro vino aromatizzato può rendere questa bevanda salutare meno ostile al palato.

Dopo avervi comunicato queste noticille sanitarie e gastronomiche spero che possiate affrontare un inverno più sereno e rilassato e sopportare con pazienza il coro di lamenti che si alza dal paese a causa del fatto che d’inverno nevica. Scriverò un prossimo comunicato per l’estate, perché dicono che tendenzialmente fa caldo, qualche volta anche afoso, e quindi dobbiamo prepararci ad affrontarlo nel migliore dei modi.

Fate tesoro di quanto vi ho detto.

Vi saluto con cordialità.

Vostro
Dott Augusto E Semprini

mercoledì 18 gennaio 2012

Newsletter 18.1.2012

Care pazienti,
ho ricevuto tanti commenti positivi alla mia partecipazione a Verissimo.

Nessuno, per fortuna, mi ha rimproverato un aspetto ciarliero e propagandistico, mentre penso che lo strumento televisivo sia molto importante nel presentare non solo evidenze scientifiche, ma anche il messaggio che vi sono nel nostro Paese medici competenti interamente dedicati al loro lavoro. Mediaset ha autorizzato la riproduzione della puntata sul nostro sito per chi volesse un’altra opportunità per vederla.

Mi fa anche piacere dirvi che LA NUOVA GRAVIDANZA, uscito ai primi di Novembre, è attualmente il libro sulla gravidanza più venduto in Italia (dati ufficiali Nielsen). E’ per me motivo di piacere che il mio modo di fare il medico e di esservi accanto, o di esservi stato accanto, trovi riscontro anche in questa forma di comunicazione.

[...]

Detto questo vi saluto con l’affetto abituale.

Vostro
Dr Augusto E Semprini

lunedì 2 gennaio 2012

Newsletter 2.1.2012

AUGURI PER IL 2012 DAL DOTTOR SEMPRINI IN DIRETTA SU VERISSIMO

Care pazienti,
Buon anno.
Un anno fa sono stato a Verissimo, il mio intervento ha attirato l’attenzione di 8 milioni di telespettatori. Tanti anni con pazienti straordinarie come voi mi hanno aiutato a rendere chiaro quanto devo comunicarvi e sincerarmi che messaggi ed indicazioni risultino precisi e facili da attuare. Un buon medico, come ho scritto nella prefazione del libro, lo si diventa imparando dai pazienti cosa necessaria per portare a termine anche i progetti più difficili.

Sabato 7 gennaio sarò di nuovo a Verissimo per presentare il mio libro. La trasmissione inizia alle 15.30 e finisce alle 19, ve lo faccio sapere per non ricevere poi delle tirate d’orecchia per non avervelo comunicato.

Vi risparmio delle filosofiche considerazioni sui tempi che abbiamo di fronte, ma vi ricordo che onestà e determinazione hanno sempre avuto la meglio su tutte le difficoltà. Rimango quindi l’ottimista che avete sempre conosciuto, non intendo arrendermi di fronte alle difficoltà e voglio continuare ad essere l’affidabile punto di riferimento che avete sempre avuto da tanti anni.
Semprini non si arrende alle difficoltà e voi dovete fare altrettanto.

Tanti cari auguri
Dr Augusto E Semprini

giovedì 23 dicembre 2010

Ogni donna deve essere libera di scegliere una gravidanza in età avanzata

Corriere della Sera Venerdì 3 Dicembre 2010
Interventi & Repliche

Trent’ anni fa, quando ho iniziato a fare l’ostetrico, una gestante di trentadue anni alla prima gravidanza, era definita una primipara attempata. Oggi sei donne su dieci partoriscono il primo figlio dopo i trenta anni e nessuno si permetterebbe di rivolgersi loro con questo termine. Venti anni fa, al ritorno dagli Stati Uniti, ho messo a punto una tecnica di lavaggio seminale per rimuovere il virus HIV dal seme dei maschi sieropositivi, permettendo loro di avere un figlio sano senza esporre la compagna al rischio di contagio. Tutti pensarono che fossi pazzo. Oggi il metodo è usato in tutto il mondo ed un uomo HIV positivo può rivolgersi ad un centro di fertilità.

Nell’intervista a Simona Ravizza sul “Corriere” ho detto che qualsiasi donna potrebbe realizzare lo stesso percorso assistenziale ed ho scelto il termine qualsiasi nel suo significato letterale, ovvero quale che sia. Quale che sia sottolinea la libera autodeterminazione del paziente, tutti invece ha un significato completamente differente..

Ogni giorno i ginecologi, me compreso, spiegano alle donne che sarebbe meglio avere una gravidanza prima dei quaranta anni, perché non osano neppure dire che sarebbe meglio prima dei trenta anni. Vedo donne determinate a spostare la propria fertilità verso un’età in cui le ovaie potrebbero non essere più funzionali, programmare un loro deposito ovocitario o embrionario o depositare il proprio tessuto ovarico. Oggi questo ci sembra un’esagerazione, ma è una realtà, che credo debba essere affrontata nel rispetto delle normative vigenti e con il consenso di tutti gli specialisti di infertilità.

In ambito di risorse pubbliche, l’assistenza non può essere focalizzata su un singolo paziente, ma deve considerare una popolazione da curare nel modo migliore e più efficiente. Questo nulla osta al fatto che un paziente chieda procedure atte ad affrontare il suo problema.

Credo fermamente all’autodeterminazione del paziente nelle scelte assistenziali. Sapevo che accettando di assistere una persona con una figura pubblica avrei dovuto affrontare delle critiche. In Italia nascono molto meno bambini di quanti vorremmo ne nascessero e le coppie con problemi di fertilità devono fare i conti con una legge anacronistica. Ora sappiamo che anche l’età della donna può essere fonte di critiche. Credo che il tempo cambierà questo modo di vedere.
Augusto Enrico Semprini

Credo che l’età non può essere l’unica determinante degli eventi riproduttivi e a questo riguardo vi allego una lettera bella ed intelligente di una paziente a me carissima, in cui determinazione e forza d’animo hanno permesso di risolvere il suo problema di fertilità.

Vi è un messaggio profondo dentro questa lettera ed è che fra medico e paziente deve crearsi una comunione di intenti che comprenda non solo l’applicazione scrupolosa delle migliori procedure mediche, ma un’apertura emotiva ed affettuosa che permetta di assorbire con minor dispiacere gli insuccessi e di partecipare con più cuore, quando tutti questi sforzi sono coronati dal successo.

P.S.
Ho deciso di togliere il cognome di Simona pur avendo ricevuto il permesso di pubblicare la lettera firmata in esteso. Chi volesse comunicare con lei può mandare una richiesta e saremo felici di fornire l’indirizzo elettronico per stabile un contatto.

Caro Semprini,
ho letto nei giorni scorsi sul Corriere le sue dichiarazione e oggi il commento. Al di là del personaggio pubblico, ho provato felicità nel sapere che un'altra donna ha coronato un sogno, probabilmente vecchio di anni. Tra paure e angosce, attese, speranze e determinazione. In tante abbiamo preso tempo, sfidando la natura e il suo corso, in tante abbiamo "pagato" con qualche sofferenza questa scelta.
Non mi riconosco nell'ottimismo che lei mette nella sua frase di chiusura al commento di oggi - ... Ora sappiamo che anche l'età della donna può essere fonte di critica. Credo che il mondo cambierà questo modo di vedere. -
Certo, la sua è una giusta speranza che condivido, ma i tempi, credo, non saranno così stringati. Ci si lamenta delle poche nascite, dei pochi servizi per le giovani coppie, dei pochi incentivi, ma ci si lamenta con altrettanto vigore delle molte donne over 35/40 che sperano di diventare madri. Quasi fossero un fastidio sociale da scrollarsi di dosso.
Non è la mia storia personale, peraltro non delle peggiori, che mi fa pensare a quanto è lontano il traguardo a cui lei, noi puntiamo. Sono le storie di tutti i giorni, delle amiche che in un momento di confidenza ti raccontano di come hanno rinunciato a essere madri, perché male informate, perché mal consigliate, perché non gli è stata lasciata aperta nessuna porta prima di rinunciare e farsene una ragione. Sono le storie delle donne che cercano una risposta o conforto addirittura nel web "Aiuto, qualcuno conosce Semprini?"...
Sono mamma, una mamma di 40 anni, felice, responsabile e matura.
Diventata mamma dopo aver sbattuto la faccia contro l'indifferenza sia nel pubblico sia nel privato, malcelata da un pietoso sorriso.
Grazie a lei ce l'ho fatta. Perché insieme abbiamo scoperto che la medicina di cui avevo bisogno era principalmente ricca di professionalità, ottimismo, scrupolosità e intelligenza.
Grazie di cuore per avermi somministrato tutto ciò.
Con l'affetto di sempre"
Simona

martedì 17 novembre 2009

Infezione batterica

Domanda: Conosco quasi tutti i ginecologi della mia città perchè la mia infiammazione vaginale da Candida sembra irresolvibile. Ho provato tutte le cure immaginabili: creme , candelette, yogurt, compresse per bocca, irrigazioni. Per darle un'idea della mia disperazione sono andata anche da un mago! Le accludo gli esami che ho eseguito e che talvolta dimostrano la presenza di Candida e talvolta no, anche se i miei disturbi sono costanti. Ho qualche speranza di guarire?

Risposta: Le cure sono risolutive solo quando viene identificata con precisione la causa del disturbo. Nel suo caso credo che l'origine del problema non sia la Candida, ma un'infezione batterica che non è stata presa in considerazione e quindi non è stata indagata con accuratezza.

Tenga presente che circa il 70% delle diagnosi di infezione da Candida viene fatto solo sul riscontro clinico di vaginite e di perdite biancastre, senza che l'esame diretto al microscopio od il tampone inviato al laboratorio confermino la presenza di questo fungo.Questo comporta un'eccessiva imprecisione diagnostica.

Deve anche considerare che la presenza di Candida in vagina non esclude che l'infiammazione possa derivare da altre cause concomitanti ed infine che alcune cure per la vaginite possono favorire la comparsa, opportunistica, di Candida.

Cosa fare in una situazione così complessa?
Primo, sospendere ogni cura per almeno due settimane ed eseguire la ricerca di cause batteriche o virali della vaginite.

Secondo, non iniziare mai alcuna terapia per Candida senza avere prima confermato la sua presenza con un tampone colturale.

Terzo, controllare che il marito non abbia infezioni genitali.

Quarto, se si conferma la presenza di Candida utilizzare solo prodotti per bocca e sospendere il trattamento solo quando si ha la conferma dal laboratorio che il fungo è scomparso.

Questo protocollo di trattamento così dettagliato ed aggressivo dovrebbe avere finalmente ragione del suo problema e restituirle in pochi mesi il suo benessere vaginale. Non può condurre questo programma da sola ed è bene che scelga un singolo specialista a cui affidare questo piano di cura in modo che abbia confidenza con il suo problema e la sostenga, anche emotivamente, lungo la strada per la guarigione.

Infezione da Candida

Domanda: Dopo una prolungata cura con antibiotici ho iniziato a soffrire di una vaginite da Candida che sembra non volersene più andare. Ho cambiato tre ginecologi, ma le cure che mi hanno prescritto mi sembrano sempre le stesse ed i risultati sono praticamente nulli. I sintomi si riducono durante la cura, ma dopo qualche giorno sono di nuovo nei pasticci con prurito persistente e perdite vaginali. Cosa devo fare?

Risposta: La Candida è un fungo che crea colonie bianche e predilige i genitali femminili perchè necessita di zuccheri e le cellule vaginali ne sono particolarmente ricche.

La naturale protezione contro la Candida è la presenza di batteri vaginali che utilizzano lo zucchero, formano acido lattico e creano un ambiente acido sgradito ai funghi. Una seconda difesa è la flora batterica vaginale che con la sua presenza impedisce alla Candida di impiantarsi e crescere. La cura antibiotica ha eliminato queste linee difensive permettendo al fungo di stabilirsi in modo prepotente.

In questi casi è necessario che le cure siano prolungate perchè i batteri ricostituiscano le loro colonie vaginali e perché la Candida cresce formando sia filamenti che spore e queste ultime non sono sensibili ai farmaci fino a quando non germinano ed iniziano a produrre filamenti.

Conoscendo queste informazioni biologiche può modificare i suoi cicli di cura fino alla guarigione.

Incontinenza urinaria

Domanda: Sono sempre stata una spilungona, la più alta nella classe e la migliore nella squadra di pallacanestro. A dire il vero ho fatto anche un pò di fatica a trovare un marito che non sembrasse un nanerottolo al mio fianco. Siamo felicemente sposati da cinque anni ed abbiamo due bei bambini che sono nati senza difficoltà con dei travagli e dei parti abbastanza agevoli. Nella seconda gravidanza, però, avevo iniziato a perdere un pò di pipì quando prendevo in braccio il mio primo bambino. Poi il problema è peggiorato dopo il parto ed adesso mi crea grande imbarazzo, perché, se saltello o se ho uno scoppio di risa o starnutisco, sento l'urina correre lungo il condotto che la porta all'esterno e bagnare le mutandine. Com'è possibile che, così giovane, debba soffrire di questo problema? C'è qualche farmaco che mi può aiutare?

Risposta: Il disturbo di cui Lei soffre si chiama incontinenza urinaria da sforzo ed una volta tanto il termine medico rende facile capire la meccanica del disturbo ovvero che l'aumento della pressione addominale, che si accompagna allo sforzo della parete muscolare, comporta uno svuotamento vescicale che non può essere trattenuto.

Questo disturbo è rarissimo nelle donne che non hanno partorito, perché la gravidanza ed il parto sono gli eventi determinanti che comprimono la vescica fino a lesionare i legamenti che la mantengono in una posizione angolata rispetto al decorso dell'uretra (il condotto che porta l'urina dalla vescica all'esterno).

Questa angolatura impedisce che, sotto pressione, il getto di urina possa imboccare direttamente l'uretra e raggiungere l'esterno. Quando i legamenti vescicali vengono danneggiati, la vescica scivola in basso venendo così a trovarsi proprio di fronte all'apertura uretrale. L'aumento della pressione addominale si trasmette anche alla vescica e non rimane quindi alcun ostacolo ad impegnare il canale uretrale, anche se la paziente cerca di frenare il getto di urina. Questo è il meccanismo che genera il problema urinario.

Lei si chiede perchè questo è avvenuto e, amio avviso, questo è dovuto alla sua struttura corporea. Le donne molto alte e molto sottili hanno spesso una maggior lassità dei sistemi legamentosi che interessano tutti gli organi addominali e, se a questo si accompagna anche una struttura esile e delicata, possono lesionare facilmente la vescica anche durante gravidanze e parti senza problemi.

Nelle donne con normale struttura corporea, i danni vescicali si osservano soprattutto dopo parti difficili, oppure se i bambini sono piuttosto grossi o se il parto richiede l'intervento attivo (ripetute pressioni sull'addome, ventosa ostetrica) del ginecologo per permettere la nascita del bambino.

Nel suo caso è tardi per fare queste considerazioni, ci consola però il fatto che lei abbia un bel ricordo del travaglio e del parto. Purtroppo non vi sono farmaci per correggere il problema, ma solo un intervento di sospensione (tecnicamente si chiama cisto-uretro-pessi) per riposizionare la vescica nella corretta posizione angolata rispetto al decorso dell'uretra.

Alla sua età l'intervento è quasi sempre coronato da successo e può quindi affidarsi con tranquillità ad un ginecologo che abbia confidenza con questo tipo di intervento per effettuare al più presto la correzione chirurgica.

Se invece desiderasse ancora una gravidanza, le consiglio di pensare prima al terzo bambino e di sottoporsi poi all'intervento chirurgico perchè la gravidanza potrebbe nuovamente danneggiare i punti di sospensione vescicale e comportare ancora il ritorno dell'incontinenza.