martedì 17 novembre 2009

Poliabortività

Domanda: Mi sono sposata a 32 anni e, dopo un breve rodaggio della mia scelta matrimoniale, abbiamo deciso che era ormai tempo di avere un figlio. Con gioia, il test di gravidanza è diventato positivo fin dal primo mese di tentativi di concepimento. I primi due mesi di gravidanza sono stati felici, senza disturbi e con poca nausea. Purtroppo alla undicesima settimana ho fatto un controllo ecografico per il test biochimico di screening per le anomalie cromosomiche (Ultra Screen) ed il ginecologo mi ha comunicato che il battito era scomparso. Dopo il raschiamento, l'esame istologico non ha segnalato nulla di anomalo e il medico mi ha incoraggiato a concepire nuovamente. Alla seconda gravidanza, con scrupolo ed affetto il ginecologo ha voluto controllare ogni settimana la presenza del battito, ma purtroppo, ad otto settimane il battito cardiaco dell'embrione non era più rilevabile. Anche l'esame istologico dopo il secondo raschiamento non ha dato alcun esito informativo. E la conclusione è stata di dover riprovare ancora. Capisco i limiti delle conoscenze mediche, ma mi domando se non si poteva fare di più e se non vi siano accertamenti che possano rassicurarmi sul futuro della prossima gravidanza.

Risposta: L'interruzione precoce della gravidanza è un evento sofferto che purtroppo si verifica nel 12% dei casi. La causa di queste perdite abortive è l'infelice combinazione in otto casi su dieci fra i cromosomi paterni e quelli materni.

Questo severo meccanismo di eliminazione è doloroso per i genitori, ma protettivo rispetto alla possibilità che il bambino possa portare dei deficit permanenti legati all'incongrua informazione genetica di cui verrebbe a disporre.

Nel suo caso non è stato condotto un accertamento citogenetico sul tessuto placentare per confermare o escludere la presenza di anomalie cromosomiche del bambino e questo lascia aperto il problema diagnostico sull'origine dei due aborti.

Senza questi due accertamenti è difficile prevedere l'esito della prossima gravidanza se non in modo statistico. Nel caso entrambi gli aborti fossero la conseguenza di anomalie cromosomiche degli embrioni, la possibilità di soffrire ancora un aborto per anomalia cromosomica sarebbe dell'1 per mille. Nel caso le perdite abortive fossero invece dovut ad una causa uterina, infettiva od immunitaria è chiaro che la sua persistenza potrebbe condizionare nuovamente una perdita abortiva.

Il mio consiglio è di indagare, prima di tentare un prossimo concepimento, le cause anatomiche, infettive ed immunitarie che causano più comunemente abortività. Quindi Le consiglierei di controllare la regolarità della cavità uterina mediante isterosalpingografia, di escludere la presenza di infezioni genitali e di sottoporsi ad un prelievo di sangue per accertarsi della conformità della sua risposta immunitaria.

Se tutti questi esami dessero esito negativo, la possibilità di una gravidanza con buon decorso è dell'80%, vicino quindi alla percentuale di successo dell'87% che hanno donne senza storia abortiva.

Infine, Le raccomando di richiedere un accertamento citogenetico nel caso la prossima gravidanza dovesse ancora avere esito abortivo, perché l'esame, come ho già detto, è basilare per poter comprendere il perchè della perdita abortiva e migliorare, tramite questa conoscenza, le possibilità di felice esito della successiva gravidanza.

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